Indice
Le parole di don Carlo: La forza dei poteri ricevuti o restituiti
Calendario Pastorale
Formazione vicariale catechisti
Commemorazione di tutti i fedeli defunti. Don Massimo
Nell'anno giubilare, gli anniversari di San Vincenzo Grossi
9 novembre giornata del Ringraziamento. Don Massimo
Avvento: comincia il nuovo anno liturgico con il Vangelo di San Matteo
Inaugurazione nuovo centro ricreativo diurno e sede delle associazioni
Calendario liturgico
Cari parrocchiani
in questo tempo di nuovo paganesimo, dove anche le feste cristiane più belle e significative vengono trasformate in carnevalate o vissute solo a fini commerciali e consumistici, in occasione della festa di TUTTI I SANTI voglio proporre alla vostra meditazione il bellissimo scritto di Sua Eccellenza Mons. Giovanni Cesare Pagazzi, Arcivescovo lodigiano attuale prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana.
Il tema è come vivere le BEATITUDINI EVANGELICHE
Spero possa servire per vivere al meglio non solo la festa dei Santi, ma tutta la nostra vita cristiana.
Buona meditazione!
don Carlo
Le BEATITUDINI non sono semplici promesse. Nemmeno netti comandi. Insomma, le beatitudini cosa sono? Più che doveri o premi, sono congratulazioni rivolte a chi detiene una forza palese, un’evidente capacità. In breve: non una lista di doveri, ma l’ammirazione suscitata da poteri. Nelle beatitudini, innanzitutto, Cristo non dice: “Sii povero!”, ma: “Complimenti a te che puoi essere povero. Congratulazioni a te che riesci ad essere mite”.
Si tratta della compiaciuta constatazione di una potenza, di un’abilità efficace, ormai a disposizione dei fratelli e delle sorelle di Cristo. Tutto possono, grazie a chi dà loro la forza. Possono perfino vivere da poveri, riescono addirittura a vivere da miti cioè disarmati; hanno l’energia per sostenere l’afflizione e il pianto; sono così possenti da resistere nella fame e nella sete di giustizia; talmente vitali da permettersi il lusso di un cuore puro, capace di guardare ogni cosa con giustizia; così potenti da non eliminare i nemici, cercando la pace; hanno la possanza di vivere da perseguitati, fino al martirio sanguinoso, o a quello causato dalle estenuanti pazienze d’ogni giorno, che fanno morire come un martire a gloria di Dio, ma senza la propria gloria.
Le beatitudini ricordano che dovremmo imparare a verificare la qualità della nostra fede non solo in base ai doveri onorati, ma anche in forza dei poteri ricevuti o restituiti. Se l’obbedienza non restituisce le potenze tipiche dei beati, a chi si sta obbedendo? Se la fede non dà forza (soprattutto l’energia della speranza, la possanza della carità) a chi si sta credendo?
Innanzitutto, al diavolo non interessa la nostra disobbedienza. Per lui è solo un mezzo per raggiungere il suo scopo, vale a dire la nostra impotenza, l’incapacità di stare all’altezza delle forze che lo Spirito di Cristo ci dà. Ci rende disobbedienti affinché diveniamo impotenti, rassegnati all’incapacità di vivere da poveri, miti, giusti.
+ Giovanni Cesare Pagazzi
Arcivescovo titolare di Belcastro
CATECHESI
Dalla PRIMA ELEMENTARE alla PRIMA MEDIA
ORATORIO SAN LUIGI – DOVERA alle ore 14,30 DOMENICA: 9, 16, 23, 30 novembre
SECONDA e TERZA MEDIA
ORATORIO SAN LUIGI – DOVERA alle ore 18,00 SABATO. 8, 15, 22, 29 novembre
ADOLESCENTI (Scuola Superiore)
ORATORIO SAN LUIGI – DOVERA alle ore 17,00 DOMENICA: 9, 16, 23, 30 novembre
CORSO BIBLICO
ORATORIO SAN LUIGI – DOVERA alle ore 20,45 MERCOLEDI': 5, 12, 19, 26 novembre
SANTE MESSE DEL SABATO alle ore 16,30 NOVEMBRE
Sabato 8 RONCADELLO - Sabato 15 BARBUZZERA
Sabato 22 RONCADELLO - Sabato 29 SAN ROCCO
RIUNIONI
GENITORI dei SACRAMENTI
ORE 14,30 presso l’oratorio San Luigi a DOVERA
Domenica 9 NOVEMBRE genitori dei ragazzi di TERZA ELEMENTARE per la PRIMA CONFESSIONE
Domenica 23 NOVEMBRE genitori dei ragazzi di QUARTA ELEMENTARE per la PRIMA COMUNIONE
Domenica 30 NOVEMBRE genitori dei ragazzi di PRIMA MEDIA per la CRESIMA
PRESENTAZIONE alla COMUNITA' PARROCCHIALE
DOMENICA alla MESSA delle 11.00 a POSTINO
PRIMA CONFESSIONE: Domenica 16 novembre
PRIMA COMUNIONE: Domenica 23 NOVEMBRE 2025
CRESIMA: Domenica 30 NOVEMBRE 2025
A novembre riprende a Postino l’Adorazione Eucaristica al giovedì alle ore 17,00 prima della Santa Messa.
RACCOLTA DELLE INTENZIONI DELLE SANTE MESSE E DEI LEGATI PER L'ANNO 2026
per la raccolta delle intenzioni delle SANTE MESSE e dei LEGATI per l'anno 2026 saremo a disposizione:
Martedì 11 e Mercoledì 12 novembre dalle ore 15,00 alle ore 17,30 presso l'oratorio di POSTINO
Giovedì 13 e Venerdì 14 novembre dalle ore 15,00 alle ore 17,30 presso l'oratorio di DOVERA
PELLEGRINAGGIO GIUBILARE a LODIVECCHIO
DOMENICA 16 NOVEMBRE nel pomeriggio si svolgerà il PELLEGRINAGGIO GIUBILARE PARROCCHIALE per l'acquisto dell'INDULGENZA PLENARIA presso la Basilica dei XII APOSTOLI in LODIVECCHIO.
È stata scelta questa località perché proprio a Lodivecchio sono stati martirizzati con San Vittore i Santi Nabore e Felice.
Partenza ore 16,00: a Lodivecchio ritrovo presso il luogo del martirio dei Santi Nabore e Felice; processione alla Basilica dei XII Apostoli, ore 17,00 SANTA MESSA (è sospesa la Messa delle 17,30 a DOVERA).
A questo pellegrinaggio sono tutti invitati e in particolare tutti i membri dei GRUPPI PARROCCHIALI.
Per l'adesione si faccia riferimento a don Massimo.
Un’assenza che è presenza…
Oggi la cultura vorrebbe emarginare la morte, mentre la tradizione cristiana vi riserva un intero mese, per pregare, meditare e ricordarci che la nostra vita non termina su questa terra…
Non un giorno, il 2 novembre, ma tutto un mese è dedicato ai defunti. E’ un affluire nei cimiteri, sono ricordi più vivi accompagnati da preghiera e gratitudine.
Sovente, nell’arco della nostra vita, ci interroghiamo sul senso della morte e del suo rapporto con la vita. E il pensiero si perde nelle riflessioni, nella meditazione, nei ricordi. Che cosa è la morte? Perché la morte? Che cosa è la vita eterna? Cosa rappresentano per noi i defunti e quale rapporto instauriamo con loro?
Innanzitutto: la morte che per i non credenti costituisce semplicemente il termine di una esistenza oltre la quale non esiste che il nulla, per noi cristiani rappresenta una meta e un inizio. E’ l’interruzione della vita terrena con la separazione da tutto ciò che ci legava ad essa, e l’inizio di un’altra vita, quella eterna. “Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata” ci fa pregare la Chiesa (cf. Canone Messa dei defunti). Sarà una vita diversa, che prende avvio al momento della morte, come sostengono molti teologi tra cui Barth (cf. 1Cor 13).
Due tempi di una stessa realtà…
Chi non ha sperimentato nell’arco della sua vita l’esperienza della morte? Quante volte ci siamo ribellati ad essa, forse perché inconsciamente l’abbiamo considerata come uno sprofondare nel nulla o nell’ignoto, e forse perché non abbiamo accettato che venissero spezzati i vincoli di affetto e di amicizia che avevamo coltivato per anni.
Ma quando l’abbiamo considerata come la vittoria dello spirito che si svincola dal corpo fisico, e abbiamo compreso che essa segna l’inizio di una nuova vita, quella spirituale che ci immerge in quella eterna, il sorriso è ritornato sulle nostre labbra, una nuova pace ha inondato il nostro cuore, e abbiamo iniziato a intessere una relazione diversa, più spirituale con le persone defunte.
Nella “Dichiarazione sull’esistenza della vita eterna” del 1979, beato Giovanni Paolo II ricordava che l’anima è spirituale e quindi non morirà mai, e che con la morte corporale l’anima entra nell’eternità.
“Gli uomini pii vivono beati nell’altra vita” aveva scritto Omero. E Shakespeare in uno dei suoi scritti ebbe a dire: “Raccomando la mia anima al mio Creatore, sperando e fermamente credendo che io sarò ammesso a partecipare alla vita immortale”.
La vita eterna è una realtà da credere e sperare. “Coloro che non sperano nella vita futura sono morti anche per la vita presente” scrisse il grande scrittore Goethe. Essa ci attende; nessuno può venir meno al suo appuntamento. E sarà tanto più luminosa quanto più conosciamo e sperimentiamo il Cristo qui, nella vita terrena. La promessa di Gesù agli apostoli: “Vado a prepararvi un posto” è valida anche per noi, come è stata valida per quanti sono vissuti prima di noi.
Vita presente e vita futura: due tempi e aspetti di una stessa realtà; se la prima si conclude con la morte, la seconda inizia da essa un nuovo percorso che ha il suo compimento nella beatificazione e glorificazione.
Sperare e credere nella vita eterna costituisce un’ipoteca per il nostro futuro, allorché si spengono le luci della ribalta terrena. Chi chiude l’accesso della sua mente e del suo cuore ad essa, orienta la propria esistenza ai beni caduchi, al soddisfare unicamente gli istinti e gli interessi materiali, calpestando spesso i diritti e la dignità altrui. Chi vive credendo che oltre la morte ci attende una vita beata, promessa dallo stesso Cristo, orienta i suoi interessi e le sue attività al bene.
Assenti o presenti?
San Giovanni Paolo Il, alla vigilia della sua morte ripeteva spesso: “Non piangete, sono alla vigilia di una grande festa. La vera vita non è questa terrena, la quale passa velocemente, ma è quella che c’è dopo la morte del corpo, poiché quella è eterna, non avrà mai fine”. E Santa Teresa di Lisieux, riferendosi alla morte che stava per sperimentare, ebbe a dire: “Entro nella vita...”. E poi soggiunse che in Cielo avrebbe passato il tempo a fare del bene sulla terra.
Sin dall’antichità gli uomini hanno coltivato il culto dei defunti. Per essi hanno costruito tombe e cimiteri; in loro onore hanno dedicato monumenti e pagine poetiche, sia per esprimere la gratitudine per il bene ricevuto o da essi compiuto, e sia per non interrompere quel vincolo d’amore che li aveva legati in vita.
Tuttavia anche chi afferma di non credere in una vita futura, chi si dichiara materialista e ateo, non dimentica i “suoi morti”, si affida a loro nei momenti di difficoltà, ne canta le glorie.
Per noi cristiani che crediamo nella vita eterna, il ricordo dei defunti è accompagnato dalla fede nelle parole di Gesù: “Chi crede in me non morirà, ma avrà la vita eterna”; “Vado a prepararvi un posto”. Nasce da questa fede il bisogno della preghiera, la visita al cimitero, l’adornare di fiori la tomba delle persone care, la celebrazione eucaristica in loro suffragio.
Il ricordo e il culto verso i defunti non può e non deve limitarsi al momento della morte o in occasione di un anniversario particolare, perché i vincoli esistiti durante questa vita non possono essere riposti in un dimenticatoio e neppure essere annullati.
Certamente, quanto più questi vincoli sono stati profondi in vita, tanto più il ricordo è duraturo. E con il ricordo cresce la riconoscenza per il bene ricevuto, e il bisogno di pregare il Dio della vita perché le persone care possano godere sempre più intensamente e profondamente del gaudio eterno e possano continuare ad aiutarci.
La gratitudine di coloro che abbiamo aiutato a raggiungere la felicità piena attraverso la nostra preghiera e le opere buone, si riverserà sulla nostra vita. E si tramuterà in una presenza che si esprime in luce, gioia, serenità, abbandono ai piani provvidenziali di Dio.
Santa Teresa di Lisieux aveva promesso: “Passerò il mio tempo in cielo a fare del bene sulla terra”. Come lei, i nostri amici, parenti e benefattori, coloro che hanno condiviso con noi parte del cammino e delle esperienze, coloro che abbiamo beneficato e/o da cui siamo stati beneficati, non ci lasciano soli, soprattutto nei momenti di difficoltà. E spesso fanno sentire la loro presenza. Se li invochiamo, essi rispondono. Tra noi e loro si forma una catena di solidarietà. Più è intenso il ricordo, più è vero e disinteressato l’amore che ci lega a loro, maggiore è la percezione della loro presenza.
Vincoli profondi…
I vincoli di amicizia, di parentela e di affetto con le persone che sono vissute con noi non possono essere riposti in un dimenticatoio e neppure essere annullati allorché la morte ci sorprende e ci separa. Quanto più questi vincoli sono stati profondi in vita, tanto più il ricordo è vivo e duraturo. E con il ricordo cresce la riconoscenza per il bene ricevuto, e il bisogno di pregare il Dio della vita perché possano godere sempre più intensamente e profondamente del gaudio eterno e possano continuare ad intercedere per noi.
Quanto grande, e spesso struggente, è il desiderio di rivedere le persone con le quali abbiamo condiviso la vita e il lavoro, dialogare con loro come quando vivevano con noi! Se ciò ci è precluso, se non sono visibili ai nostri occhi e non possiamo udirli con il nostro udito, la loro è una presenza vera. Possiamo affermare che è una assenza-presenza. Forse, è più presenza che assenza.
L’indulgenza plenaria per i defunti
La Chiesa ci propone, per suffragare (confortare) le anime del Purgatorio, anche la pratica delle "indulgenze". Le indulgenze ottengono la remissione della pena temporale dovuta per i peccati. Ogni colpa (cioè ogni peccato commesso), anche dopo il perdono (cioè dopo l’assoluzione ottenuta nella confessione), lascia come un debito da riparare per il male commesso. Le anime dei defunti saldano i loro debiti nel Purgatorio. La Chiesa trae dal suo tesoro "spirituale", costituito dalle preghiere dei Santi e dalle opere buone compiute da tutti i fedeli, quanto è da offrire a Dio perché Egli "condoni" alle anime dei defunti quella pena che altrimenti essi dovrebbero trascorrere nel Purgatorio. Con l’indulgenza PLENARIE si estingue totalmente il debito mandando l’anima istantaneamente dal Purgatorio al Paradiso.
come si ottiene:
Tu puoi aiutare un’anima in Purgatorio nel seguente modo. Dalle ore 12 del 1° Novembre alle ore 24 del 2 Novembre devi:
1. Fare una visita ad una Chiesa parrocchiale, recitando Il Padre Nostro e il Credo
2. Confessarti (ti puoi confessare anche nei giorni precedenti o seguenti).
3. Fare la Santa Comunione (puoi prendere la Comunione anche nei giorni precedenti o seguenti).
4. Pregare secondo le intenzioni del Papa.
Altra possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria per i defunti:
nei giorni dall’1 all’8 novembre chi visita il cimitero e prega per i defunti può lucrare una volta al giorno l’indulgenza plenaria, applicabile ai defunti, alle condizioni di cui sopra (Confessione, Comunione, Preghiere per il Santo Padre, Credo e Padre Nostro).
Don Massimo
In questo Anno giubilare 2025 ci sono tre Anniversari che rimandano alla figura del nostro Fondatore, San Vincenzo Grossi, parroco cremonese:
· 180 anni dalla nascita (Pizzighettone il 9 marzo del 1845);
· 50 anni dalla Beatificazione (1° novembre 1975);
· 10 anni dalla Canonizzazione (18 Ottobre 2015).
Pensando alla sua Canonizzazione è ancora in noi vivo il ricordo di quella domenica mattina del 18 Ottobre 2015, dove eravamo riuniti in Piazza San Pietro da Papa Francesco per la elevazione agli altari di 5 nuovi santi: una coppia di sposi: i coniugi Martin, genitori di Santa Teresina di Lisieux; una religiosa spagnola: Suor Maria dell’Immacolata, ed il nostro Fondatore e Parroco, Don Vincenzo Grossi: in quel giorno erano ben rappresentate le tre diverse vocazioni nella Chiesa.
San Vincenzo, definito in quell’occasione da Papa Francesco come Buon Samaritano, nella sua vita ha rivolto la sua attenzione alla gioventù più bisognosa, promuovendo l’oratorio in parrocchia, aprendo ai ragazzi le porte della sua casa, e formando per loro un gruppo di giovani donne che saranno le iniziatrici dell’Istituto Figlie dell’Oratorio.
In questi dieci anni da santo, San Vincenzo è sempre stato in ascolto delle necessità di tutti coloro che si affidavano alla sua intercessione: e dal cielo ha lavorato instancabilmente facendoci tanti doni!
Per questo abbiamo voluto far conoscere la sua santità, facendo arrivare le sue reliquie in diversi luoghi d’Italia e del mondo, tra cui Argentina, Brasile, India, Portogallo, Gerusalemme, per le mani di Mons. Pizzaballa che è venuto a pregare sulla sua urna, e ultimamente anche nel continente africano in Kenya.
Per celebrare gli Anniversari di San Vincenzo Grossi, abbiamo organizzato una serie di eventi che trovate in locandina ai quali siete invitati.
Che San Vincenzo continui ad intercedere per noi e a sostenerci nel cammino della vita così come lui stesso scriveva:
Meditiamo gli esempi dei Santi: saranno per noi fari luminosi che ci guideranno, ci rischiareranno il cammino in mezzo agli scogli della vita e c’indicheranno il porto sicuro (San Vincenzo Grossi).
Suor Roberta Bassanelli
Superiora generale delle suor Figlie dell’Oratorio
La Giornata del Ringraziamento in Italia è una ricorrenza dedicata al mondo agricolo, un momento per esprimere gratitudine per i raccolti, riflettere sull'anno agrario appena trascorso e chiedere benedizioni per il futuro. Questa celebrazione mette in evidenza il valore del lavoro agricolo e il profondo legame tra l'uomo e la natura, sottolineando l'importanza fondamentale dell'agricoltura per il benessere collettivo e la qualità della vita. Promossa da organizzazioni come Coldiretti e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI), la giornata rappresenta anche un'occasione per promuovere pratiche agricole sostenibili e sensibilizzare sulla necessità di preservare il territorio dai pericoli dell'urbanizzazione e da attività dannose.
Messaggio della Conferenza Episcopale Italiana per la 75ª Giornata Nazionale del Ringraziamento sul tema: “Giubileo, rigenerazione della terra e speranza per l’umanità”.
La pratica cristiana del Giubileo affonda le sue radici nell’Antico Testamento, riletto in relazione alla pienezza della salvezza che si realizza in Gesù Cristo, Colui che proclama e compie «l’anno di grazia del Signore» (Lc 4, 19). Nel celebrare l’Anno Santo rileggiamo le indicazioni che vengono dai primi libri della Bibbia, di grande rilievo per la cura del lavoro della terra e delle relazioni. Già Papa Francesco, nella Laudato si’, aveva invitato a scorgere nella Scrittura «la riscoperta e il rispetto dei ritmi inscritti nella natura dalla mano del Creatore» (n.71). Anzitutto il senso del sabato (cf. Dt 5, 12-15), nel quale il Popolo di Dio custodiva la memoria grata dell’opera del Creatore, che fa del settimo giorno un tempo di libertà dal lavoro per tutti gli esseri umani e anche per quei viventi che in esso sono coinvolti: tempo di ri-creazione e di festa, di discontinuità rispetto all’operare feriale. La Scrittura invita a estendere tale logica del sabato anche alla terra, ogni sette anni: «la terra farà il riposo del sabato in onore del Signore: per sei anni seminerai il tuo campo e poterai la tua vigna e ne raccoglierai i frutti; ma il settimo anno sarà come sabato, un riposo assoluto per la terra, un sabato in onore del Signore. Non seminerai il tuo campo, non poterai la tua vigna» (Lv 25, 2b-4).
Ogni sette volte, poi, tale sabato della terra viene celebrato con solennità anche maggiore: «Conterai sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni. (…) Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate» (Lv 25, 8-9.11).
La celebrazione del Giubileo ci insegna ad essere grati per i doni che riceviamo e a non dimenticare mai che la terra è di tutti: «Facendo eco alla parola antica dei profeti, il Giubileo ricorda che i beni della Terra non sono destinati a pochi privilegiati, ma a tutti. È necessario che quanti possiedono ricchezze si facciano generosi, riconoscendo il volto dei fratelli nel bisogno» (Spes non confundit, 16). Dal Giubileo emergono alcune istanze che interpellano la nostra responsabilità, per dare segnali di speranza al nostro tempo.
Un tempo di festa e di giusta discontinuità dal lavoro, che lo umanizzi e gli dia senso, dona speranza a tutti. Riposare ci rende umani, delimitare la pratica del lavoro – nella quale pure corrispondiamo alla volontà di Dio – apre spazi per vivere le relazioni con lo stesso Signore e con i fratelli per godere di questi beni e per rendere grazie a Dio. Recuperare il senso del Giorno del Signore, che ci vede riuniti per celebrare l’Eucarestia, e del riposo da ogni tipo di lavoro, anche quello agricolo, permette ai cristiani di vivere e di far vivere nelle proprie aziende un tempo nel quale possono costantemente guardare i beni della terra con gratitudine e coltivare meglio le relazioni familiari e con le proprie comunità.
Dona speranza la restituzione di dignità che scaturisce dall’anno sabbatico, perché ci fa volgere lo sguardo a tanti fratelli, soprattutto immigrati, che vengono sfruttati nel lavoro dei campi, che non sempre si vedono riconosciuto il giusto salario nel triste fenomeno del caporalato, forme di previdenza, tempi di riposo. L’Anno Giubilare viene anche perché gli imprenditori agricoli che trattano in questo modo gli operai abbiano un sussulto di coscienza e donino speranza a tanti uomini e donne continuamente sfruttati.
L’attenzione alla pausa della festa interessa gli esseri umani, ma anche quei viventi che sono coinvolti nelle varie attività; anche per essi siamo richiamati ad una giusta attenzione al benessere, evitando di farne meri strumenti al nostro servizio. Non a caso l’Enciclica Laudato si’ richiama proprio la legislazione sul sabato, prendendo le distanze da forme di «antropocentrismo dispotico» che non si interessa delle altre creature (cf. 68). Anche ogni impegno che contrasta lo spreco alimentare è un modo per essere grati dei doni di Dio ed essere solidali con tanti fratelli che non hanno accesso a tanti beni.
Assume una particolare forza, nell’attuale crisi socio-ambientale, il richiamo al riposo della terra, un segno dei tempi a cui invita a guardare anche la Bolla Spes non confundit. Oggi è possibile contemperare la pratica del coltivare la terra con la sua custodia (cf. Gen 2,15) attraverso un nuovo paradigma di coltivazione. La cura della casa comune ed il contrasto al mutamento climatico, a cui richiama l’Esortazione apostolica Laudate Deum, sono impegni che devono vedere in prima fila il mondo agricolo e il sistema agro-alimentare, dal campo al consumatore. Questa nuova visione dell’agricoltura deve basarsi su pratiche agro-ecologiche che valorizzino la terra senza sfruttarla oltre misura, rigenerando la fertilità e salvaguardando l’ambiente e la salubrità dei prodotti alimentari.
Dal Giubileo viene una saggezza che siamo chiamati a interpretare perché illumini le buone pratiche agricole del nostro tempo, che vanno conosciute e condivise. Grazie ad essa possiamo abitare la terra dando speranza anche alle generazioni future, sapendo che il Signore benedice chi si prende cura delle sue creature.
Don Massimo
Nel calendario Liturgico si alterna annualmente la lettura di tre Evangelisti. Nell’anno cosiddetto A si legge il Vangelo di San Matteo, nell’anno B si legge il Vangelo di San Marco e nell’anno C si legge il Vangelo di San Luca. L'anno A dedicato al Vangelo di San Matteo va dalla domenica 30 novembre 2025 alla festa di Cristo Re il 22 novembre 2026. Al centro dell'anno Liturgico vi è Gesù Cristo Re dell'universo.
Per il Rito Romano la raffigurazione più classica dell'antico dell'Anno Liturgico è un cerchio, un anello di 365 giorni attorno a Cristo, Sole di verità e di Santità. In questo ciclo di giorni la Chiesa ha distribuito la memoria dell'opera di salvezza del suo Signore, dalla nascita (Natale) alla vita pubblica (tempo ordinario contraddistinto dal colore verde delle vesti e dei paramenti) alla passione e morte (Quaresima, colore viola) alla Resurrezione (Pasqua, colore bianco) fino alla gloria in attesa della sua venuta finale (1° novembre festa dei Santi e Cristo Re dell'universo).
L'Anno Liturgico comincia con un periodo di preparazione alla venuta sulla terra di Gesù fattosi uomo, generato nel seno di Maria per opera dello Spirito Santo. Questa attesa del Santo Natale (25 dicembre) è detta Avvento, cioè “venuta”. È un periodo di quattro settimane ed ogni settimana si accende una delle candele che compongono la “Corona dell'Avvento”.
La festa del Santo Natale risale alla prima metà del IV secolo, ma solo nel VI secolo si è formato un tempo di preparazione ascetica e penitenziale, cioè un periodo di profonda preghiera e di pentimento.
Già dal IV secolo ci sono raffigurazioni della Nascita di Gesù e la sua deposizione in una mangiatoia, come in un sarcofago paleocristiano. Una raffigurazione è conservata nella chiesa di San Pietro Ispano nel centro storico medievale nel Lazio ed una a Brescia nell'antica Basilica Ambrosiana. Qui è raffigurato Gesù sulla culla a forma di mangiatoia tra un bue e un asinello. Il bue è portatore del giogo della legge e l'asinello portatore dei pesi dell'idolatria. Le due bestie rappresentano, per così dire, la moltitudine del mondo. Molte rappresentazioni sono in sarcofagi paleocristiani a Roma.
L'Avvento è il “tempo forte” vissuto dai cristiani in preparazione alla nascita di Gesù, alla sua prima venuta sulla terra per attuare il progetto salvifico di Dio Padre per ognuno di noi. Tra la prima venuta, il Santo Natale, e la seconda venuta per ognuno di noi, si colloca la vita della Chiesa che celebra l'unico mistero di Cristo, come Salvatore. Il Signore viene, andiamogli incontro, ce lo annuncia la Sacra Scrittura tramite il profeta Isaia, Giovanni Battista che lo indica come l'Agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo, e Maria che accoglie la Parola divina dell'Arcangelo Gabriele.
Tempo di attesa e di speranza, ma anche tempo di ascolto e di riflessione sul Regno di giustizia e di pace inaugurato dal Messia nella sua natura umana, incarnandosi nel seno di Maria Vergine Immacolata, la quale si festeggia l'8 dicembre, proprio nel periodo dell'avvento.
La preghiera nell'Avvento è scandita dalle quattro domeniche come Novena o Corona, leggendo il Vangelo di S. Matteo come veglia. In questo periodo S. Giovanni Battista ci invita al pentimento e a cambiare mente e vita. Poi, nella terza domenica, ancora S. Giovanni Battista riconosce in Gesù il vero Messia tanto atteso. Nell’ultima domenica nel brano di S. Matteo 1,18-24 viene descritta la nascita di Gesù. Nella lettura di Isaia 7,10-14 il Signore parla ad Acaz annunciandogli che “la Vergine concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele, Dio con noi”. È il segno della presenza di Dio e il popolo comincia a sperare ed attendere la venuta del Salvatore come un re guerriero.
Noi cristiani viviamo questo periodo di attesa come figli devoti pronti a festeggiare Gesù Bambino, simbolo di tenerezza, umiltà e pace nei nostri cuori, con la viva speranza di poterla avere anche nel mondo attualmente in guerra.
Uniamoci nella preghiera più sentita in questo Avvento.
Antonella Galbiati
Pubblichiamo integralmente l’intervento dell’Assessore ai Servizi e alle Politiche sociali del nostro Comune Bruni Mara in occasione dell’INAUGURAZIONE NUOVO CENTRO RICREATIVO DIURNO E SEDE DELLE ASSOCIAZIONI tenutasi domenica 21 settembre scorso in occasione della XV “Festa della bella età”.
Gentili Signore e Signori,
alle Associazioni presenti sul nostro territorio
benvenuti a questo importante evento del nostro Comune che ancora una volta vuole arrivare alle persone delle nostre comunità abbracciandole una ad una.
Lo scorso 22 maggio 2024 serata in cui la allora candidata Amministrazione Comunale in attesa delle elezioni esponeva ed illustrava il suo programma, un punto fermo ed importante tra le molteplici proposte c’era anche il sogno/bisogno di realizzare un Centro diurno ricreativo per tutte le persone che, per diversi motivi legati a necessità salute o semplicemente per migliorare la propria qualità di vita, desiderano trovarsi allontanando così la solitudine e condividendo insieme un tratto di strada che talvolta a questa età si presenta molto faticoso. Nel territorio di Dovera – in linea con la media nazionale - si evidenzia un preoccupante invecchiamento della popolazione e la conseguente crescita della percentuale di popolazione anziana nella nostra struttura demografica.
Oggi l’anziano si è spesso solo, non più completamente autosufficiente e si trova talvolta a vivere giornate vuote e prive di stimoli. Questo perché la domanda di assistenza cresce in modo esponenziale scontrandosi con l’assenza di servizi alla persona e di spazi ricreativi di aggregazione e di socializzazione.
Di frequente (anche nell’attesa di essere inseriti in una RSA) il carico assistenziale nei confronti dell’anziano da parte della famiglia che l’assiste diventa non più gestibile al domicilio per i diversi motivi che conosciamo.
Ecco pronta la nostra risposta.
Per dare il via a quello che in futuro ci auguriamo sarà stabilmente il nostro centro ricreativo diurno – in questi locali recentemente ristrutturati - il mese prossimo partirà questo primo progetto, embrionale, si, ma col quale vogliamo dare una risposta concreta ad un bisogno che oggi è impellente. Si partirà con due mattine a settimana con la presenza di un educatore specializzato in geriatria e di un Operatore socio sanitario.
Con l’attuazione di questo progetto vogliamo raggiungere queste finalità:
- migliorare la qualità di vita delle persone anziane che necessitano di momenti socializzanti e ricreativi strutturati, in cui poter trascorrere un paio d’ore di qualche mattina della settimana, migliorando così certamente il loro benessere psico-fisico attraverso iniziative ricreativo-culturali, di animazione sociale, di tipo aggregativo e socializzante;
- favorire la promozione di nuove prospettive di contatto, di incontro, di socializzazione, allontanando la solitudine che sappiamo fa tanto male, con momenti anche di arricchimento culturale (sarà infatti possibile consultare riviste, libri, leggere quotidiani oltre che partecipare a momenti di lettura collettiva, conversazioni su tematiche specifiche, visione di film e documentari, ecc..);
- in primis l’attenzione alla persona, per noi punto importantissimo: la Persona al centro. Avremo un notevole contributo volontario da parte del personale qualificato della Farmacia Damioli nella persona della Dott.ssa Bianca e del suo Staff professionale con tutto quello che può essere il monitoraggio fisico nei bisogni di ciascuno, nonché incontri a tema su argomenti specifici che riguardano malattie, patologie, vaccini, malanni stagionali, farmaci, ecc.
Concludo ringraziando anzitutto il Sig. Sindaco che nonostante me mi dà sempre tanta fiducia ad operare in questo ambito così importante e delicato, tutta l’Amministrazione Comunale, ringrazio la Dott.ssa Longo Laura, la nostra Assistente Sociale promotrice ed esecutrice del progetto. E un ringraziamento particolare va alla Farmacia Damioli nella persona della Dott.ssa Bianca ed il suo preparatissimo staff per la generosa disponibilità a collaborare a questo progetto nel quale noi crediamo molto.
Ringrazio tutti voi per il Vostro ascolto e la Vostra presenza qui oggi, e Vi auguro un buon pranzo e buona condivisione!
Il Progetto del Centro Ricreativo Diurno è partito lunedì 20 ottobre scorso, presso la nuova sede (ex scuola elementare di Dovera in via Oldrini) con cadenza bisettimanale: tutti i lunedì e venerdì dalle ore 10 alle 11.30 con tante belle iniziative e attività. Invitiamo tutti a venire, a parteciparvi: la frequenza è gratuita! Vi aspettiamo con gioia!
Sabato 1: TUTTI I SANTI
ore 8,00: SANTA MESSA (Postino)
ore 9,00: SANTA MESSA (Roncadello)
ore 10,00: SANTA MESSA (Dovera)
ore 11,00: SANTA MESSA (Postino)
ore 15,00: per Manzoni Mario e fratelli (CIMITERO di Roncadello)
ore 17,30: SANTA MESSA (Dovera)
Domenica 2: COMMEMORAZIONE dei FEDELI DEFUNTI
ore 8,00: per Rizzi Bartolomeo, Antonia e figli (Postino)
ore 9,00: SANTA MESSA (Roncadello)
ore 10,00: SANTA MESSA (Dovera)
ore 11,00: per Maggi Angelo e coniugi Maggi (Postino)
ore 15,00: SANTA MESSA (CIMITERO di Dovera)
ore 15,00: SANTA MESSA (CIMITERO di Postino)
Lunedì 3:
ore 8,45: per famiglie Esposti e Poiani (Dovera)
ore 17,30: per Monico Giuseppe e Natale (LEGATO) (Postino)
Martedì 4:
ore 8,45: per Bertoletti Romeo e Gina (Dovera)
ore 17,30: SANTA MESSA (Postino)
Mercoledì 5:
ore 8,45: per Avogadri Carlo e famiglia (Dovera)
ore 17,30: per Gennari Mario (Postino)
Giovedì 6:
ore 8,45: per Rancati Anna e Carlo (Dovera)
ore 20,30: per Bertolini Angelo e Redaelli Gino; Lunghi Giuseppe, Maria e Angela (Postino)
Venerdì 7:
ore 8,45: per famiglie Abondio e Canonico (Dovera)
ore 20,30: SANTA MESSA (Postino)
Sabato 8:
ore 16,30: SANTA MESSA (RONCADELLO)
ore 17,30: per coniugi Rossi Rodolfo e Fiorentina; coniugi Cappelletti Francesco e Eusebia; coniugi Cappelletti Geremia e Giuseppina; famiglie Brunelli, Agarossi e Bellini
50° anniversario di Matrimonio Giovanni Leoni e Giuseppina Aiolfi (Postino)
Domenica 9: DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE
ore 8,00: per Signoroni Rodolfo e Carolina (Postino)
ore 9,00: per Negroni Lorenzo e Carla (Roncadello)
ore 10,00: per Dordoni Teresa; Silvestro e famiglia Grassi (Dovera)
ore 11,00: per Intropido Enzo e famiglia; Cambiè Carlo; Ulgheri Sebastiano (Postino)
ore 17,30: per Rancati Paolo e Emilia (Dovera)
Lunedì 10:
ore 8,45: per Cattaneo Elena e Giacomo, Nichetti Roberto (Dovera)
ore 17,30: SANTA MESSA (Postino)
Martedì 11:
ore 8,45: per famiglia Bressani e Altrocchi Diego (Dovera)
ore 17,30: per Lanfranchi Angela Teresina (Postino)
Mercoledì 12:
ore 8,45: per Bressani Aldo (Dovera)
ore 17,30: SANTA MESSA (Postino)
Giovedì 13:
ore 8,45: per Carioni Luigi (Dovera)
ore 17,30: per Ferri Giuseppe, Stefano e famiglia (Postino)
Venerdì 14:
ore 8,45: SANTA MESSA (Dovera)
ore 17,30: SANTA MESSA (Postino)
Sabato 15:
ore 16,30: per Commissari Luigi; Colturani Bassano (BARBUZZERA)
ore 18,00: per Rossi Paolo e Granata Carmela; Pasini Elisabetta (Postino)
Domenica 16: XXXIII TEMPO ORDINARIO
ore 8,00: SANTA MESSA (Postino)
ore 9,00: per famiglie Asti e Rustici (Roncadello)
ore 10,00: per coniugi Bramati Pietro e Giuseppina; Pelizzoni Enrico; Baroni Eugenio e famiglia (Dovera)
ore 11,00: per famiglie Tamagni e Fumagalli; Livraga Giuseppe Mario; defunti classe 1960 (Postino)
ore 17,30: SANTA MESSA SOSPESA (Dovera)
Lunedì 17:
ore 8,45: per Ghilardi Attilio (Dovera)
ore 17,30: SANTA MESSA (Postino)
Martedì 18
ore 8,45: SANTA MESSA (Dovera)
ore 17,30: SANTA MESSA (Postino)
Mercoledì 19:
ore 8,45: per Ghilardi Giuseppe e Raimondi Francesca (Dovera)
ore 17,30: SANTA MESSA (Postino)
Giovedì 20:
ore 8,45: per Galli Angelo e Ines (Dovera)
ore 17,30: Sper Marta Giuseppe (Postino)
Venerdì 21:
ore 8,45: SANTA MESSA (Dovera)
ore 17,30: SANTA MESSA (Postino)
Sabato 22:
ore 16,30: SANTA MESSA (RONCADELLO)
ore 18,00: per famiglie Nicoli e Beolchi; Staccoli Giovanni, Alfonsa, marcello, Maria e famiglia (Postino)
Domenica 23: Nostro Signore Gesù Cristo RE dell'UNIVERSO
ore 8,00: SANTA MESSA (Postino)
ore 9,00: per Bredo Domenico e amici; Rancati Emilia; Benelli Agostino (Roncadello)
ore 10,00: per Miragoli Lorenzo, Giuditta e Cambiè Paolo (Dovera)
ore 11,00: per Miragoli Enzo; Galuzzi Santino, Macchi Amabile, Galuzzi Angelo (Postino)
ore 17,30: per don Sante Tosi e don Ernesto Pavesi (Dovera)
Lunedì 24:
ore 8,45: per Bonà Luigi e Ghilardi Angela (Dovera)
ore 17,30: per Agnese (Postino)
Martedì 25:
ore 8,45: per coniugi Denti Antonio e Rosemma (Dovera)
ore 17,30: per Binati Nello (Postino)
Mercoledì 26:
ore 8,45: per galli Ernesto; Fusar Imperatore Angela; Mastroiacovo Michele, Lupi Luigi e Bonizzi Maria (Dovera)
ore 17,30: SANTA MESSA (Postino)
Giovedì 27:
ore 20,45: SANTA MESSA (Dovera)
ore 17,30: SANTA MESSA (Postino)
Venerdì 28:
ore 8,45: per Montemezzani Antonella (Dovera)
ore 17,30: per Bizzoni Emilio, Virginia e Pietro (Postino)
Sabato 29:
ore 16,30: per Marzagalli Guerrino; Mora Giuseppe (SAN ROCCO)
ore 18,00: per Raimondi Cominesi Paolo e Giovanna; Vailati Ginetta; Miglio Dante (Postino)
Domenica 30: I di AVVENTO
ore 8,00: SANTA MESSA (Postino)
ore 9,00: per famiglia Cornalba (Roncadello)
ore 10,00: per famiglie Bressani e Baroni (Dovera)
ore 11,00: per Bruni Pietro, Lunghi Mina e genitori; Raimondi Cominesi Gino, Antonia, Francesco e Luigia; coniugi Raimondi Cominesi Domenico e Lunghi Teresa (Postino)
ore 17,30: per Bonizzi Agostino (Dovera)